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Tu, Agnes Magnusdottir, sei stata giudicata complice di omicidio.
Tu, Agnes Magnusdottir, sei stata giudicata colpevole di incendio e di omicidio premeditato.
Tu, Agnes Magnusdottir, sei stata condannata a morte.
Tu, Agnes. Agnes.
Ma non sanno chi sono.
Io resto muta.
Determinata a chiudermi al mondo, a serrare il mio cuore e a tenere stretto quel poco di me che non hanno ancora rubato.
Non posso perdere tutta me stessa.
Mi aggrapperò a chi sono dentro e stringerò le mani attorno a tutto ciò che ho visto e udito, e provato.
Le poesie composte mentre lavavo, falciavo e cucinavo fino a scorticarmi le mani.
Le saghe che conosco a memoria.
Seppellirò tutto quel che mi rimane per immergermi negli abissi.
Se parlerò, saranno solo bolle d'aria.
Non riusciranno a carpire le mie parole.
Vedranno la sgualdrina, la pazza, l'assassina, la femmina che gronda sangue sull'erba e ride con la bocca piena di terra.
Diranno , e vedranno il ragno, la strega rimasta impigliata nella sua stessa ragnatela.
Potrebbero vedere l'agnello circondato dai corvi, che bela per invocare la madre perduta.
Ma non vedranno me.
Perché io non ci sarò.
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