Boutique Ad Quotes

We've searched our database for all the quotes and captions related to Boutique Ad. Here they are! All 2 of them:

“
Vorrei pure - lasciami dire - vorrei con te sottobraccio attraversare le grandi vie della città in un tramonto di novembre, quando il cielo è di puro cristallo. Quando i fantasmi della vita corrono sopra le cupole e sfiorano la gente nera, in fondo alla fossa delle strade, già colme di inquietudini. Quando memorie di età beate e nuovi presagi passano sopra la terra, lasciando dietro di se una specie di musica. Con la candida superbia dei bambini guarderemo le facce degli altri, migliaia e migliaia, che a fiumi ci trascorrono accanto. Noi manderemo senza saperlo luce di gioia e tutti saran costretti a guardarci, non per invidia e malanimo; bensì sorridendo un poco, con sentimento di bontà, per via della sera che guarisce le debolezze dell'uomo. Ma tu - lo capisco bene - invece di guardare il cielo di cristallo e gli aerei colonnati battuti dall'estremo sole, vorrai fermarti a guardare le vetrine, gli ori, le ricchezze, le sete, quelle cose meschine. E non ti accorgerai quindi dei fantasmi, né dei presentimenti che passano, né ti sentirai, come me, chiamata a sorte orgogliosa. Né udresti quella specie di musica, né capiresti perché la gente ci guardi con occhi buoni. Tu penseresti al tuo povero domani e inutilmente sopra di te le statue d'oro sulle guglie alzeranno le spade agli ultimi raggi. Ed io sarei solo. E' inutile. Forse tutte queste sono sciocchezze, e tu migliore di me, non presumendo tanto dalla vita. Forse hai ragione tu e sarebbe stupido tentare. Ma almeno, questo sì almeno, vorrei rivederti. Sia quel che sia, noi staremo insieme in qualche modo, e troveremo la gioia. Non importa se di giorno o di notte, d'estate o d'autunno, in un paese sconosciuto, in una casa disadorna, in una squallida locanda. Mi basterà averti vicina. Io non starò qui ad ascoltare - ti prometto - gli scricchiolii misteriosi del tetto, né guarderò le nubi, né darò retta alle musiche o al vento. Rinuncerò a queste cose inutili, che pure io amo. Avrò pazienza se non capirai ciò che ti dico, se parlerai di fatti a me strani, se ti lamenterai dei vestiti vecchi e dei soldi. Non ci saranno la cosiddetta poesia, le comuni speranze, le mestizie così amiche all'amore. Ma io ti avrò vicina. E riusciremo, vedrai, a essere abbastanza felici, con molta semplicità, uomo e donna solamente, come suole accadere in ogni parte del mondo.
”
”
Dino Buzzati (La boutique del mistero)
“
Carry individual items as opposed to whole lines. We wouldn’t try to carry a whole line of spices, or bag candy, or vitamins. Each SKU (a single size of a single flavor of a single item) had to justify itself, as opposed to riding piggyback into the stores just so we had a “complete” line. Depth of assortment now was of no interest. As soon as Fair Trade ended in 1978, we began to get rid of the hundred brands of Scotch, seventy brands of bourbon, and fifty brands of gin. And slowly (it was like pulling teeth) we dismantled the broad assortment of California boutique wines. No fixtures. By 1982, the store would have most of its merchandise displayed in stacks with very little shelving. This implied a lower SKU count: a high-SKU store needs lots of shelves. The average supermarket carries about 27,000 SKUs in 30,000 square feet of sales area, or roughly one SKU per square foot. Trader Joe’s, by 1988, carried one SKU per five square feet! Price-Costco, one of my heroes, carried about one SKU per twenty square feet. As much as possible I wanted products to be displayed in the same cartons in which they were shipped by the manufacturers. This was already a key element in our wine merchandising. Each SKU would stand on its own two feet as a profit center. We would earn a gross profit on each SKU that was justified by the cost of handling that item. There would be no “loss leaders.” Above all we would not carry any item unless we could be outstanding in terms of price (and make a profit at that price per #7) or uniqueness. By the end of 1977, we increased the size of the buying staff, adding one very key person, Doug Rauch, whom we hired out of the wholesale health food trade. Leroy, Frank Kono, Bob Berning, and Doug rolled out Five Year Plan ’77, which for purposes of this history I call Mac the Knife. Back in those days we had no idea how sharp that knife would become! We just wanted to survive deregulation. Everything now depended on buying. So here we go into the next chapter, Intensive Buying.
”
”
Joe Coulombe (Becoming Trader Joe: How I Did Business My Way and Still Beat the Big Guys)